Ci stiamo lentamente e allegramente incamminando sulla strada di una nuova e tremenda dittatura, di quelle che non si possono combattere perché non usano i carri armati e non incarcerano gli oppositori politici: la dittatura del “sistema”
Gli ultimi tre governi si sono pervicacemente votati alla distruzione del welfare sicché nel nostro Paese stanno progressivamente scomparendo le varie forme di tutela sociale, specialmente per i soggetti più deboli.
Un rifugiato che è accolto in Italia ci costa 35 euro il giorno soltanto per il mantenimento perché, poi, a questa spesa bisogna aggiungere il costo delle operazioni di salvamento in mare, la prima accoglienza, le spese sanitarie e tante altre spese accessorie, sicché alla fine essi incidono sulle nostre tasche per circa un miliardo di euro l’anno.
Ad Andria una bracciante agricola di 49 anni, Paola Clemente, è morta per un malore mentre si trovava a lavorare in campagna per la paga di 27 euro il giorno.
In una farmacia di Gallarate, proprio d’avanti a me, un anziano, presumibilmente un pensionato, ha pagato 134 euro di ticket per una busta di medicine.
Al sindaco di Treviglio, Giuseppe Pezzoni, la magistratura contabile ha chiesto si spiegare la spesa di euro 48,25 inserita nel bilancio dell’anno scorso per l’acquisto di caramelle offerte ai bambini del paese in occasione del Natale. Ma i tredici milioni di euro di denaro pubblico rubati tre anni fa dal cassiere della Margherita, Luigi Lusi, li avete recuperati? E quelli sgraffignati dall’ex capogruppo del PDL alla Regione Lazio, Franco Fiorito?
Come già avviene per le Province che secondo Renzi sarebbero state abolite, uno dei due rami del nostro Parlamento, il Senato, non sarà più eletto dal popolo ma “preso” dai presidenti delle Regioni che sono stati eletti per fare altre cose. Insomma avremo il primato di avere un capo del governo non eletto dal popolo e un Capo dello Stato eletto dai non eletti dal popolo.
«Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri». Questo diceva nel 2013 papa Francesco. Nel 2015 la Chiesa ha speso tre milioni di euro per un padiglione all’Expo milanese.
Ha un senso tutto questo?