CONTROCANTO Giugno 2016 n.53

18.06.2016 14:20

Una repubblica allergica alla democrazia

In una repubblica democratica che fondi per davvero sul consenso popolare deve esistere innanzitutto il diritto di essere di parere contrario alle folli scelte dei governi in carica, quando essi fanno scelte folli

 

Dobbiamo confessare che, contrariamente a quanto facciamo ogni due giugno, all’approssimarsi della festa della repubblica di quest’anno ci ha preso un senso di grande smarrimento perché non capivamo più quale repubblica avremmo dovuto celebrare: quella ipocrita e conservatrice messa in piedi dalla Democrazia Cristiana o la pecoreccia di Berlusconi?  La repubblica succiasangue di Monti o quella surreale (e un po’ fonziana…) di Renzi? E, alla fine, ci è venuto il padre di tutti i dubbi: siamo proprio sicuri di stare a vivere in una repubblica democratica? 

 

Sì, perché affinché una repubblica sia autentica, viva ed operante, e non un paravento per ogni infamia, bisogna che essa abbia in grande cura la libertà di pensiero, la pluralità delle idee, il consenso e il dissenso. E se questo non avviene va da sé che siamo in un regime totalitario, dove c’è soltanto la libertà di dar sempre ragione a chi comanda; e un solo partito, quello che obbedisce e applaude a chi comanda. Sempre ed a prescindere.

 

In una repubblica democratica che fondi per davvero sul consenso popolare come l’abbiamo in mente noi, invece, deve esistere innanzitutto il diritto di essere di parere contrario alle folli scelte dei governi in carica, quando essi fanno scelte folli. E’ per far questo che nelle vere democrazie esistono la stampa libera e le diverse opposizioni politiche riconosciute, protette ed ascoltate dal governo. Un tipo di stampa e di opposizione che in Italia non esistono, perché la stampa è sovvenzionata dai governi cui dovrebbe fare le pulci, e le opposizioni politiche si oppongono soltanto all’idea di poter andare a casa e dover così rinunciare a ricchissime prebende.  

 

I nostri progenitori latini facevano discendere il significato di Repubblica da res/cosa e da publica/di tutti, come dire che per loro la Repubblica era una “cosa di tutto il popolo”. Democrazia, invece, la facevano derivare dal greco antico e significa “comando del popolo”, dove i governanti, evidentemente, devono essere gli esecutori della volontà del popolo. 

 

Avrete capito, cari lettori, perché il 2 giugno non abbiamo festeggiato la repubblica: quella che abbiamo in mente noi è un’altra cosa e ce l’hanno rubata. Ma prima o poi, costi quel che costi, ce la riprenderemo.