Daniele Chieffi “narra” l’innovazione
SOCIAL NETWORK
Daniele Chieffi “narra” l’innovazione
La rivoluzione che l’avvento di Internet ha prodotto nel mondo dell’informazione apre scenari del tutto sconosciuti per cui oggi giornalisti e professionisti della comunicazione devono necessariamente cambiare pelle e cercare di individuare, se non addirittura creare, nuovi strumenti per cavalcare l’onda di queste formidabili tecnologie della comunicazione
Patrizia Kopsch
Ho incontrato Daniele Chieffi poco più di un anno fa, durante un ciclo di conferenze organizzate in collaborazione con il Comune di Varese sui temi dei social network ma, prima ancora, lo avevo conosciuto grazie a Linkedin. Ebbene sì, la piattaforma professionale di cui vi ho diffusamente parlato sul numero passato mi ha fornito la fortunata occasione di entrare in contatto con questo professionista che ricopre l’incarico di Head of web media relations, social media management and reputation monitoring del Gruppo ENI.
Con lui condivido la passione per i nuovi media e per le incredibili potenzialità e opportunità che la Rete offre, ed è stato forse questo comune denominatore a farci entrare subito in sintonia. Daniele possiede, inoltre, la non comune capacità di rendere semplici le cose difficili e di saperle spiegare in modo chiaro. È per questo motivo che ho pensato di coinvolgerlo nuovamente nei miei deliri digitali proponendogli un’intervista che mi aiutasse a chiarire - ed a chiarirmi - i meccanismi a volte oscuri e complessi dell’informazione in Rete. Con lui abbiamo parlato di influencer, queste nuove figure di riferimento che si potrebbero paragonare - più o meno - agli opinion leader di un tempo, di giornalisti e giornalismo (naturalmente) oltre che di “Neo”, la nuova collana editoriale della Franco Angeli sui temi del digitale, di cui Chieffi è direttore. Influencer e giornalismo: come spiegare ai non addetti ai lavori la relazione che li lega?
«Sarebbe troppo facile dire che gli Influencer non sono professionisti dell’informazione e i giornalisti sì …» - chiarisce subito l’ospite - «… in realtà è solo una questione di credibilità. Prima erano solo i giornalisti a poter dare notizie e informazioni, sulla base di una credibilità che derivava dall’essere giornalisti e quindi deputati a questo ruolo. Oggi notizie e informazioni vengono date da chiunque. Quel che conta è che queste persone siano ritenute credibili da un pubblico. Questo significa che anche i giornalisti devono costruirsi una credibilità e non possono più vivere solo di quella che discende dal loro ruolo. L’informazione è improvvisamente diventata “democratica”: è il pubblico che decreta chi sia il soggetto che informa, indipendentemente da chi abbia o meno un tesserino professionale».
Effettivamente la rivoluzione che l’avvento di Internet ha prodotto nel mondo dell’informazione apre scenari del tutto sconosciuti per cui oggi giornalisti e professionisti della comunicazione devono necessariamente cambiare pelle e cercare di individuare, se non addirittura creare, nuovi strumenti per cavalcare l’onda di queste formidabili tecnologie della comunicazione di massa. La necessità di arrivare per primi sulle notizie, velocità di diffusione e anonimato concorrono a rendere il terreno dell’informazione sempre più scivoloso ed è sempre più facile incappare nella classica buccia di banana. Per cui chiedo quali possano essere le modalità per continuare a fare del buon giornalismo nonostante il web. «Basterebbe non inseguire il Web. Il digitale è il regno dell’immediatezza, dell’istante. Si vive digitalmente di emozioni immediate e immediatamente dimenticate. Il giornalismo, l’informazione è invece approfondimento, lavoro, attenzione, etica del ruolo. Per fare buon giornalismo sul Web basta non inseguire i tempi e le facili emozioni che il web sembra imporre».
A poche settimane dal lancio della versione beta di “Neo”, la collana editoriale della Franco Angeli sui temi del digitale di cui Daniele è direttore, chiedo qual è il riscontro del popolo della Rete, quali obiettivi si desidera perseguire con questa nuova piattaforma digitale di conversazione che affianca ai contributi specialistici degli autori anche quelli dei lettori/frequentatori del blog. «“Neo” vuol essere un progetto che parla d’innovazione digitale attraverso gli stessi strumenti dell’innovazione digitale. Quindi una saggistica che non si fermi al congelamento sulla carta ma che sia un narrare continuo, in modalità cross mediale (che utilizza più media contemporaneamente - n.d.r.). La risposta è stata entusiastica e così riusciremo a far vivere ogni singolo libro di una vita che si arricchirà sempre più attraverso i contributi congiunti dell’autore e dei lettori. La vera intelligenza collettiva».
Avendo letto nel blog di “Neo” l’articolo Come spiegare i big-data a un bambino di cinque anni che ho capito anche se ho qualche anno in più! Scherzi a parte, il coinvolgimento di esperti del settore che si sforzano di spiegare concetti astratti e super specialistici con parole semplici e comprensibili, domando se non sia stata un’idea davvero grande. Pensando che interessasse in modo particolare ai presenti, Daniele ha anticipato la domanda che avevamo sulla punta della lingua bocca tutti i presenti e cioè se e le aziende nei loro piani di comunicazione devono prevedere anche i nuovi media: «La chiave della divulgazione sta nella capacità di rendersi comprensibile a chiunque, senza annoiare i tecnici e senza allontanare i profani. Non c’è divulgazione senza comprensione, altrimenti la saggistica assume una dimensione onanistica […]
Le aziende devono comprendere che ormai non esistono più old e new media ma un sistema complesso e integrato di piattaforme di comunicazione che interagiscono l’una con l’altra. È necessario partire da qui per riuscire a costruire una comunicazione efficace ed efficiente. Oggi è richiesta la capacità di avere una visione complessiva, che richiede anche competenze specifiche e la capacità di adattarsi e di avere un approccio umile che metta al primo posto l’ascolto e la soddisfazione delle esigenze dei propri stakeholder (portatori di interesse influenti nei confronti di un’azienda o di un progetto - n.d.r.) e non più solo quelle della propria azienda».
Per maggiori info su Neo: https://blog.francoangeli.it/neo/
Be Digital, Be Social, Be Smart
@patriziakopsch
facebook.com/patrizia.kopsch
facebook.com/patrizia.kopsch
pink-digital.blogspot.it;



