Alza gli occhi sulla storia
La morte dell’umanismo e i pressanti impegni quotidiani non sono la sola causa di disaffezione per la storia del nostro Paese perché fanno vi fanno la loro parte anche l’indifferenza e il sospetto della sua manipolazione
- Renzo Del Bergiolo -
Mentre con il passo veloce e il fiato corto cerchi di farti largo in mezzo al traffico od alla ressa di pedoni di una grande città di certo non stai a chiederti il nome della strada che ti trovi a percorrere in quel momento. D’altronde, nessuno di noi si sofferma più sui nomi delle strade che percorre ogni giorno e magari per anni, anzi, non alza più neppure la testa per guardare le scritte toponomastiche che stanno a indicarle: pensa a tutto il navigatore satellitare! Ma anche se sprovvisto di navigatore i frenetici ritmi della vita moderna non agevolano la meditazione su di quei pezzi di marmo o di granito sbiaditi dal tempo e dall’inquinamento posti in alto, all’imbocco di ogni strada e che ricordano fatti e personaggi di un passato degno di essere ricordato. E’ vero che - come sosteneva il grande Totò - la morte è una “livella” ma certamente non lo può essere anche la memoria dei personaggi che s’inseguono attraverso la toponomastica e che, in qualche modo, hanno onorato il nostro Paese.
Al momento le intitolazioni stradali più ricorrenti sono quelle riferite al nostro Risorgimento tant’è che non v’è un grande centro o piccolo borgo italiano che non abbia la sua Via Garibaldi, Via Cavour e Via Vittorio Emanuele II. Subito dopo le strade intestate ai personaggi e alle località del Risorgimento vengono quelle riferite alla Grande Guerra e, in misura minore, alla Seconda Guerra Mondiale.
La morte dell’umanismo non è la sola causa di disaffezione della storia del nostro Paese ma anche il disinteresse indotto dal sospetto della sua manipolazione. Infatti, nonostante il profluvio di reminescenze storiche sono davvero pochi gli abitanti di un viale intestato, ad esempio, a Vittorio Veneto a sapere che in quella località si combatté la battaglia finale (conosciuta anche come terza battaglia del Piave) tra l’esercito italiano quello austriaco nel 1918 e che porrà fine alla guerra. Molti studenti di istituti scolastici intitolati ad eroi della Grande Guerra come, ad esempio, Francesco Baracca il cui stemma del cavallino rampante, dopo la sua morte, fu donato dalla madre ad Enzo Ferrari, non sanno niente di quel valoroso Maggiore di Cavalleria di Lugo di Romagna caduto sul Montello negli ultimi mesi della Grande Guerra. Nonostante sia la loro scuola! In verità anche della II Guerra Mondiale e della Resistenza di cui, peraltro, quest’anno ricorre il 70° anniversario e che sono temporalmente più vicine a noi si sa molto.
Ecco, stante questa scoraggiante situazione, grazie alla complicità del direttore che è un cultore di storia patria, da queste pagine vorrei proporre un’iniziativa agli insegnanti di Terza Media il cui programma di storia comprende lo studio della Grande Guerra di cui quest’anno, per quanto riguarda l’Italia, ricorre il centenario della sua dichiarazione. La mia proposta è semplice e si chiama “Alza gli occhi sulla storia”. L’iniziativa dovrebbe svolgersi così: ogni studente di Terza Media delle scuole di Gallarate farà una ricerca sul personaggio o sulla località della strada o della piazza in cui abita e il direttore di questo mensile regalerà il libro fotografico “Ripartiamo dal Piave” al migliore di ogni Terza.



