La prima cosa che mi ha colpito di lei è stata la regalità pur se il colore scuro della pelle contrastava con la luce alta del mezzogiorno. Camminava con un passo lento, morbido, direi un incedere sinuoso ed elegante, roba da togliere il fiato

14.10.2015 11:56

 

 

-di Claudia Donadoni - .... Qualche settimana fa, seduta ad un bar, chiacchieravo con un 'amica di teatro, di un progetto in cui mi piacerebbe coinvolgerla, oltre che delle nostre rispettive vite e delle difficoltà ad esse connesse. Si ragionava sulla condizione femminile e su quanta strada via sia ancora da fare nello specifico settore, sul fatto che la giustizia abbia ancora un carattere maschilista e che la parità sia un concetto ancora troppo astratto. Nel bel mezzo di questi ragionamenti, è apparsa! Una visione. La prima cosa che mi ha colpito di lei è stata la regalità pur se il colore scuro della pelle contrastava con la luce alta del mezzogiorno. Camminava con un passo lento, morbido, direi un incedere sinuoso ed elegante, roba da togliere il fiato. Non era particolarmente bella, o alta, era semplicemente una regina, la più bella che avessi mai visto, e stringeva tra le mani alcuni libricini di fiabe africane. La seconda cosa che mi ha colpito è stato il suo sorriso, luminoso come un’assolata mattina domenicale in cui pace e silenzio ti rigenerano dentro, Poi è intervenuta la grazia con cui ci ha proposto l'acquisto di uno di quei libri. Le parole che ha usato. Il tono fermo ma confidenziale. Io e la mia amica le abbiamo detto, con grande rammarico, che non era un buon momento neanche per noi e che ci dispiaceva molto ma non avremmo acquistato nulla. La regale sconosciuta ci ha nuovamente disarmato con un altro sorriso e ha aggiunto: «Grazie, allora che le cose vadano presto meglio per tutte noi». Poi, con lo stesso, elegante incedere di prima, si è allontanata voltandosi una sola volta prima di scomparire dalla nostra vista. 

Siamo rimaste al tavolo del bar per qualche istante incapaci di parlare perché quella donna di colore sconosciuta, con le parole, con i gesti, con il sorriso aveva abbattuto centinaia di barriere, spianato montagne e ricucito legami… ci aveva riportato all'origine del mondo, ricordandoci con una breve frase che gli esseri umani sopravvivono da milioni di anni soltanto perché sono solidali.  La regale sconosciuta, infatti, non aveva espresso un pensiero che fosse per sé ma per noi di cui non sapeva nulla: in un attimo aveva saputo creare empatia tra la sua e la nostra situazione al punto di condividerla.

 

Mi ha fatto molto riflettere questo incontro giacché viviamo in un mondo dove si sprecano i consigli, le frasi fatte, ma dove questo tipo di interazione spontanea con l'altro è un accadimento inconsueto, specialmente tra persone così diverse, Ciò a significare che la nostra cultura, la nostra stirpe proviene da quei popoli che noi spesso trattiamo con superiorità, alcuni perfino con odio. E, invece, sono loro che possono ricucire gli strappi di questa nostra contraddittoria esistenza.