STUPIRE NON E' INFORMARE
Il candidato repubblicano alla casa bianca, Donald Trump, che già di suo cerca di stupire
con ogni mezzo gli elettori americani, ha contro la stampa mondiale che vuole stupire
ancora più di lui ricorrendo a notizie stupefacenti, quali che siano
- Dosseno d’Atella -
In politica le rendite di posizione e il colore della pelle, più che le reali capacità, evidentemente contano moltissimo. A Barack Obama, ad esempio, fu conferito il premio Nobel per la pace appena nove mesi dopo essere stato eletto presidente del Stati Uniti, quando per la pace nel mondo non aveva ancora fatto niente. Anzi, ebbe assegnato il Nobel mentre l’America stava facendo la guerra in Iraq e Afghanistan, oltre ad essere la più grande esportatrice di armi al mondo.
Il candidato repubblicano alla casa bianca, Donald Trump, che è senz’altro un tipo da prendere con le molle, ha invece contro la stampa mondiale e perfino il papa, a prescindere dalle cose che dice o che fa. Un esempio concreto di cotanto strabismo?
Lo scorso 28 febbraio la polemica contro di lui è partita dal fatto che, tramite, Twitter ha esortato i suoi sostenitori a «Meglio vivere un giorno da leoni che cento anni da pecora”, un motto che i media americani e quelli italiani hanno subito attribuito a Benito Mussolini per poter dimostrare che Trump è un incorreggibile e pericoloso fascista. Ma pericoloso per chi? Per i perversi equilibri mondiali che si stanno creando o per le rendite di posizione cumulate dalla sinistra globale e dei suoi manutengoli?
A prescindere dalle risposte che ognuno di noi può dare a tali interrogativi, questa è disinformazione, altro che informazione, o più semplicemente superficialità, vezzo di “sparare” notizie senza prima verificarne l’attendibilità.
Sì, perché da un banale verifica fatta con qualsiasi motore di ricerca sarebbe subito emerso che Mussolini e il fascismo con la frase attribuita a Trump non c’entravano niente poiché essa fu dettata dal Maggiore Carlo Rigoli al saldato Bernardo Vicario che, a sua volta, la scrisse sul muro sbrindellato di una casa di Fagarè (Treviso) distrutta dai cannoni, la sera del 14 giugno 1918.
Personalmente non saprei dire chi sia il più pericoloso tra lo stravagante miliardario americano candidato alle presidenziali e un certo modo di fare informazione, un modo da candidare certamente al festival delle balle.